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Auto, l'altra faccia della crisi:
è boom dei pezzi di ricambio

di Andrea Franceschi

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03 marzo 2009

Se non ci son soldi per comprare un auto nuova, meglio tenersi la vecchia. Anche se questo significa maggiori spese di manutenzione. Questa semplice considerazione spiega l'altra faccia della medaglia della crisi dell'auto: negli Stati Uniti il settore dei pezzi di ricambio è più florido che mai.

Autozone, numero uno nel mercato americano, nel trimestre chiuso il 14 febbraio, ha registrato un aumento dell'8,1% delle vendite. Che hanno toccato così quota 1,4 miliardi di dollari. Nelle casse della società sono arrivati 9,2 miliardi di dollari in più. Gli utili netti sono così saliti a quota 115,9 miliardi di dollari. Con un aumento dell'8,6% rispetto a un anno fa. Per il decimo trimestre consecutivo la società ha fatto segnare aumenti a due cifre degli utili per azione (l'ultimo balzo è stato del 21,1%). Nel periodo appena concluso la società ha aperto 20 nuovi punti vendita negli Stati Uniti e 8 in Messico. I negozi con marchio Autozone sono saliti così a quota 4141 negli Usa e a 158 nel vicino Messico.

E lo stesso fenomeno si è registrato anche in Italia dove, conferma Raffaele Cerminara, segretario nazionale di Confartigianato Autoriparazioni, c'è stato un aumento delle riparazioni negli ultimi mesi. «Ma il fenomeno che rischia di ridimensionarsi. Specialmente dopo che il governo ha varato gli incentivi alla rottamazione, che mettono a richio il futuro di molte imprese di autoriparazione». L'associzione ha chiesto misure a sostegno del settore. Come la riduzione dell'Iva o la defiscalizzazione sulle riparazioni di auto e moto, il credito agevolato per la manutenzione dei veicoli, l'aumento degli incentivi per chi decide di trasformare la propria auto da benzina a Gpl. Provvedimenti che - si legge nel documento dell'associazione - servirebbero a «intercettare la domanda di quei consumatori che non sono interessati all'acquisto di un auto nuova. Ma che vogliono migliorare l'efficienza e la sicurezza dei propri veicoli»

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